
Cenni biografici
MARCO CINGOLANI, nasce a Como nel 1961 e si trasferisce a Milano giovanissimo, nel 1978. Inizia a frequentare l’ambiente creativo underground, in cui l’arte si mischiava con la moda e la musica punk. In quegli anni si stava formalizzando a Milano una nuova sensibilità artistica le cui radici non affondavano più nella storia dell’arte e nella citazione ma praticava la manipolazione critica della realtà e delle sua comunicazione attraverso i mass media.
L’immagine veniva decontestualizzata, sottratta all’uso del senso comune, stravolta radicalmente, quasi schernita. Il lavoro di Marco Cingolani, sin dagli esordi, ha sempre cercato di annullare il potere normativo delle immagini mediatiche, sottoponendole alla cura radicale dell’artista, certo che l’arte offra un punto di vista decisivo per l’interpretazione del mondo. In questo contesto sono nati i quadri delle Interviste, dove personaggi famosi per la loro riservatezza venivano sommersi dai microfoni e le famose serie dedicate all’Attentato al Papa e alla tragica vicenda di Aldo Moro.
Dopo aver partecipato a numerose mostre collettive tra cui Una scena emergente (1991, Museo Pecci, Prato) e Due o tre cose che so di loro (1998, PAC, Milano), gli vengono dedicate importanti mostre antologiche presso prestigiose istituzioni pubbliche quali Palazzo Strozzi a Firenze e Promotrice delle Belle Arti di Torino. Partecipa a novembre 2006 alla rassegna collettiva Senza famiglia, nel Palazzo della Promotrice delle Belle Arti di Torino.
Nel 2007 Cingolani riceve un’ulteriore consacrazione: la Galleria Emilio Mazzoli ospita la mostra dal titolo Di che colore sono? in cui vengono presentate le riflessioni pittoriche sul colore del Potere e dei suoi travestimenti.
L’arte di Cingolani è sempre stata affascinata dal passaggio da cronaca a storia e viceversa; anche in questo caso vengono contestualizzati in scenari fortemente simbolici i caschi blu dell’ ONU, l’urna rossa che contiene le schede elettorali, i segmenti multicolore dei grafici di Wall Street, le divise militari e le bandiere di partito.
Nel 2009 un ritorno alle origini per Marco Cingolani, spesso autore di opere dichiaratamente ispirate al tema religioso. In particolare, per questa occasione espositiva dal titolo Percorsi della Fede l’artista ha concentrato l’attenzione sulle apparizioni mariane che hanno contrassegnato gli ultimi due secoli: Lourdes e Fatima. Nello stesso anno una mostra a Lucca al Museo nazionale di Villa Guinigi, lo affianca ad alcuni tra i principali artisti italiani delle ultime due generazioni; dai maestri universalmente riconosciuti e celebrati, presenti nei principali musei internazionali come Mimmo Paladino, Sandro Chia, Salvo, passando per alcuni dei protagonisti della 52esima Biennale di Venezia come Gian Marco Montesano, Daniele Galliano, Nicola Bolla, Bertozzi & Casoni che esponevano nel 2009 in contemporanea alla mostra lucchese e al Padiglione Italia della manifestazione veneziana, per arrivare ai giovani artisti dell’ultima generazione già presenti in importanti manifestazioni artistiche nazionali e internazionali.
Giacinto di Pietrantonio lo invita l’anno successivo, il 2010 al PAC, Padiglione d’arte contemporanea a Milano, per la mostra collettiva Ibrido, a fianco di Jan Fabre, Gilbert&George, Charles Avery, Damien Hirst, Piotr Uklanski, Patrick Tuttofuoco e altri grandi della scena internazionale.
Il 2012 è l’anno de Il Belpaese dell’arte, alla Gamec di Bergamo, sempre curata da di Pietrantonio e di Maria Cristina Rodeschini, in compagnia di Elmgreen&Dragset, Sislej Xhafa, Alighiero Boetti, Maurizio Cattelan, Alterazioni Video, e molti altri volti noti dell’arte.
Per i suoi 50 anni, nel 2011, la città di Como gli dedica un’antologica in tre sedi istituzionali Broletto, Pinacoteca Civica, Biblioteca Comunale.