Cenni biografici
Nato a Partanna, in Sicilia, nel 1923, nel 1942 si iscrive al corso di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, ove è allievo di Felice Carena, che ne orienta i primi passi nella pittura. Nel ’44, all’Accademia di Belle Arti di Palermo, conosce Carla Accardi; espone l’anno seguente al Teatro Massimo con Guttuso e altri giovani, quindi – sempre nel ’45 – tiene nel capoluogo siciliano la sua prima personale. Nel ’46 si iscrive alla sezione palermitana del Partito Comunista. Nuovamente a Firenze, termina gli studi d’Accademia; quindi si trasferisce a Roma. Alla fine dell’anno compie il viaggio di studio divenuto per tutti canonico a Parigi, con Accardi, Attardi, Maugeri, Turcato, Consagra. Il viaggio gli consente un utile sguardo sulla avanguardia europea, e soprattutto sulla pittura dei Jeunes peintres de tradition française. Nel ’47 è tra i sottoscrittori del manifesto di “Forma” e, superato presto l’iniziale post-cubismo picassiano e guttusiano, sperimenta le prime ipotesi astratte e neo-concrete, alle quali resterà sempre devoto. Partecipa a tutte le principali occasioni espositive del gruppo di “Forma”, e in particolare a quelle promosse dall’Art Club (tra le quali “Arte astratta in Italia” alla Galleria di Roma nel ’48, la terza mostra “Arte d’Oggi” a Palazzo Strozzi di Firenze nel ’49 e “Arte astratta e concreta in Italia” alla Galleria Nazionale di Roma nel febbraio del ’51), che aveva organizzato anche, nel giugno del ’48, la mostra “Accardi, Attardi, Sanfilippo”, prima occasione che ha di presentare più largamente la sua pittura recente. Nello stesso anno espone alla V Quadriennale di Roma e alla XXIV Biennale di Venezia. Nel gennaio del ’51 compie con Carla Accardi (che ha sposato nel settembre del ’49) un secondo viaggio a Parigi, durante il quale conosce tra l’altro personalmente Hans Hartung. Dai primi anni Cinquanta tiene personali di rilievo in gallerie fortemente orientate sui nuovi linguaggi, quali la Vetrina di Chiurazzi a Roma, la Libreria Salto a Milano, l’Age d’Or a Roma, il Cavallino a Venezia, la Schneider nuovamente a Roma, il Naviglio a Milano. Nella seconda metà del decennio il suo lavoro ha crescenti riscontri internazionali. Dopo l’esordio nella storica edizione della Biennale del ’48, è nuovamente presente a Venezia nel ’54, nel ’64, e nel ’66 con una vasta e importante sala personale, che ne sancisce definitivamente il profilo di maestro dell’astrattismo italiano. È, nel frattempo, regolarmente invitato alla Quadriennale romana, oltre che – tra l’altro – al Premio Graziano, al Lissone, al Michetti, al Golfo della Spezia. Gli anni Sessanta vedono il definitivo affermarsi della sua pittura, in Italia e all’estero. Fra le occasioni espositive di maggior impegno, si segnalano le personali alla New Vision Center Gallery di Londra nel ’61, all’Arco d’Alibert di Roma nel ’64, nel ’66 e nel ’69, al Naviglio di Milano nel ’65. Espone tra l’altro a Chicago, Boston, Parigi, Berna, Torino, Bari, Bologna, Firenze. Nel ’71 tiene all’Editalia di Roma, presentato da Vivaldi, quella che sarà la sua ultima personale. Il 31 gennaio 1980 muore per i postumi di un incidente automobilistico.